15giorniDAspiaggia... il 13° giorno domenica 22lug12
(ideazione, progettazione, realizzazione, foto, testi, montaggio, regia di Barbara Bartoli©)
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E adesso guardate un po’ dove vi porto... ancora altri km... ed eccoci a Delhi!
... sono stata (mie riflessioni del 31 marzo 2011, ore 8.15am) a Delhi due volte: la prima in quel gennaio 2001, quando all’India Habitat Centre venivano esposti i pannelli che avevo donato alla città affinché il maggior numero di persone potesse conoscere - come era successo a me - questo incredibile esperimento di città, sostenibile e mossa da tecnologie pulite, oltre che da un principio etico di condivisione e di crescita comune per il raggiungimento dell’unità umana. La seconda, in questo ultimo viaggio in India, espressamente finalizzato alla partecipazione come relatore ad un convegno internazionale in cui presentavo una mia relazione sulla città di Pondicherry.
Ed in entrambi i casi la capitale dell’India non mi ha dato quelle emozioni, quel sentirmi davvero in India, che invece provo quando arrivo a Chennai. Quello che poi mi ha fatto scoprire la vera energia di questo luogo è stato uno splendido libro, che vi consiglio, se come me volete davvero conoscere l’India nella sua storia più recente, e comprenderne di conseguenza quelle infinite sfumature che la rendono così meravigliosamente solida nella sua apparente fluidità. Il libro lo trovate riportato in nota (Javier Moro, Il sari rosso, edizioni Il Saggiatore, Milano 2009, volume 591 pagine), io per fortuna l’ho scoperto in libreria la scorsa estate, ho iniziato a leggerlo il 31 luglio 2010 e l’ho finito il giorno dell’indipendenza dell’India, il 15 agosto: ed il commento che ho appuntato è una sola parola, anzi un aggettivo: meraviglioso.
E lasciate che vi trascriva questa frase, che fra le tante sottolineate mi sembra perfetta per dare anche a voi la misura dell’importanza di un libro capace di spiegare l’India di oggi attraverso i fatti di poco più di mezzo secolo, che si apre alla vita partendo dalla morte, che convive nel coraggio della forza che non si piega al potere della rassegnazione. È il dicembre del 1971, Indira Gandhi deve prendere una decisione di guerra... Indira rimase per un attimo pensierosa. Aveva sperato di evitare la guerra. Ma se il mondo si disinteressava del problema e la situazione diventava insostenibile, non le rimaneva che prendere l’iniziativa. Le vennero in mente le parole che un giorno le aveva detto il padre (nata il 19 Novembre 1917 ad Allahabad, Indira era l’unica figlia di Kamla e Jawaharlal Nehru. Quest’ultimo fu il primo presidente dell’India indipendente e tale fatto fu solo l’apogeo di una vita completamente pervasa dalla politica (http://www.pdsm.altervista. org/indira.html): “Sii padrona della tua vita, del tuo presente e del tuo futuro, consultati con me se ne hai bisogno, ma sii tu a decidere”. Non poteva consultarlo, ma poteva decidere. Si rigirò verso il suo vecchio amico e gli disse: “Procediamo, Sam” (Javier Moro, Il sari rosso, edizioni Il Saggiatore, Milano 2009, volume 591 pagine, pag. 166).
petaloRUBRICA 54
martedì 24 luglio 2012
COPYRIGHT by barbara bartoli
PROGETTAZIONE 24 luglio 2012
AGGIORNAMENTO 5 del 7 settembre 2012
(documenti protetti da copyright, elaborazioni di Barbara Bartoli, luglio/agosto 2012)
donato da CITTAinVIAGGIO® ad UNIVERSALMENTEweb®
(pag. 122 da Barbara Bartoli DIECIanniINDIA: dalla CITTÀsogno alla CITTÀcapitale Edizioni Moderna-Ra, Ravenna, aprile 2011, volume pagine 144, pubblicato nella collana CITTÀinVIAGGIO®, ISBN 978-88-89900-32-1)
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